Dunque sei ad un botellon.

Uno di quei ritrovi pseudo alternativi che ci sono quando fa caldo.

Stai sorseggiando una birra con gli amici.

Un’amica ti presenta un’amica e… cazzo se è bona.

Forse troppo bona.

Il problema? Non sei preparato al fatto che sia così bona e… che ci stia provando con te.

Te la ritrovi addosso e pensi che non possa essere vero.

Non va bene. Tu non ti meriti una tipa così bona.

Va a finire che nonostante lei ti si sia praticamente gettata addosso col cartello “prendimi qui“, tu non muovi un dito, tu non ci provi perché pensi “meglio rimanere nel dubbio che scoprire che mi stavo immaginando tutto“.

Non hai idea di quanto mi facciano incazzare queste situazioni.

Ti ricordi il discorso sull’ego?

Man mano che qualche volta cominci a “concludere” accade una cosa strana. Cominci ad affezionarti al tuo ego da “uomo che ci sa fare”.

Le cose cambiano. Da ego “buono” sperimentativo e aperto, ti ritrovi con un ego “negativo”, difensivo e sensibile. Un ego che si è arroccato sule posizioni che pensa di aver “conquistato”.

Questa è la trappola più grande, perché per conservare le posizioni che pensi ti spettino di diritto, cominci ad adottare un atteggiamento appunto “conservativo” e anziché buttarti nelle situazioni, eviti di agire e ti ritrovi ad avere meno coraggio nel muoverti verso ciò che vuoi.

Non vuoi accettare che ieri tu possa essere andato a letto con la ragazza più sexy che tu abbia mai conosciuto e oggi potresti trovarti a provarci innumerevoli volte con una tipa ricavandone solo rifiuti.

Ma è impossibile incarnare costantemente i propri standard più alti. Qualunque essi siano.

E’ umano. E io sono un essere umano.

Ognuno di noi incarna sia il suo peggio, sia il suo meglio.

Non provarci però è l’unico fra i “fallimenti” davvero degno di questo nome.

Per il semplice fatto che non ti fa prendere iniziativa.

Eviti di prendere iniziativa perché credi che non sopporterai eventuali scenari negativi.

Quando adotti l’ottica di evitare scenari negativi (atteggiamento conservativo) rimani fermo e stagnante.

E se non ci provi per il timore di ciò che potrebbe accadere perdi lo slancio, ma soprattutto rinunci all’importantissimo fenomeno del “rebound positivo“.

Hai presente quando ad esempio provi ad approcciare o a baciare una tipa, lei non ci sta e sul momento ci rimani male?

Il giorno dopo però, accade una cosa inaspettata: ti senti meglio di prima.

Il meccanismo è questo: tu fai ciò che vuoi fare, non hai lo scenario che auspicavi e stai male…

Ma per fortuna non finisce lì. Quando il tuo cervello si accorge che nonostante la sensazione negativa sei ancora lì, sei sopravvissuto, sei sempre tu, non ti è successo niente… ti premia.

C’è una positività di rimbalzo che è dovuta ad un rilascio di endorfine tardivo.

E’ per questo che le uniche volte in cui davvero non sono soddisfatto, sono le volte in cui non ci provo, come nell’esempio del Botellon.

Come uscire allora da una situazione di stagnazione che si può protrarre anche per mesi?

Accorgendosi del godimento che si nasconde nel “fallire”.

Qualche giorno fa mi è capitato di provare a baciare 4 volte un’amica, la quale mi aveva dato un’enormità di segnali. Ha girato la testa tutte e 4 le volte.

Ci sono rimasto male sul momento, come è normale che sia.

Ma il giorno dopo stavo ancora meglio di prima.

Perché? Perché ogni e qualsiasi volta tu agisca, tu prenda iniziativa, la tua psiche ne risente positivamente.

Noi esseri umani ci sentiamo felici se sentiamo di poter agire sulle cose.

Viceversa siamo infelici se ci sentiamo in trappola e percepiamo di non poter fare niente per modificare la situazione.

Ogni qualvolta ti proietti a fare ciò che vuoi fare non curandoti di ciò che otterrai, ma per il semplice gusto di agire, si attivano i segnali di ricompensa nel cervello che prevedono rilascio di dopamina ed endorfine.

Se ottieni allora un risultato che percepisci come “positivo”, il rilascio di endorfine è immediato, se ottieni un risultato che percepisci come “negativo” il rilascio di endorfine è solo posticipato a qualche ora dopo, quando il tuo cervello si accorgerà che sei sopravvissuto tutto intero.

Infatti quello che nella pratica distingue uno che scopa da uno che vuole piacere è che quello che scopa agisce molto di più di quello che vuole piacere.

Quello che vuole piacere spesso e volentieri non agisce perché pensa che non sopporterebbe un’eventuale scenario negativo. Perché sarebbe costretto ad interpretarlo come “non sono piaciuto“.

E questo per il suo ego conservativo è inaccettabile. Lui vuole conservare la posizione di “io piaccio alle tipe“.

E pensa che la sua posizione dipenda da come reagirà la prossima donna con cui ci proverà.

Quello che scopa invece sa bene quanto la reazione della donna che ha davanti non dica nulla sulle sue qualità di persona, né tantomeno di uomo.

Una donna ti può dire no per milioni di motivi, tutti non riconducibili a te.

E’ per questo che ho chiamato questo sito nonsonounseduttore.

Se adotti l’ego del seduttore e tenti di difenderlo va a finire che nemmeno ci provi più con le tipe.

Perché vuoi conservare e proteggere l’immagine di te che ti rappresenta come uno che ha “successo” con l’altro sesso.

Quello che scopa invece, l’Uomo, il nonseduttore, sa anche che nel fallire si nasconde un godimento pazzesco. Il godimento di aver preso iniziativa per il puro gusto di farlo.

Quel tipo di godimento che ti rende felice.

 

 

Scritto da Marco Bux
Sono qui per Liberarti Sessualmente e Mentalmente.